Rimanenze di magazzino

La valutazione delle rimanenze di magazzino

 Art. 2426  c.c.

9) le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il costo di acquisto o di produzione (numero 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato, se minore;

tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi.

I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione;

 il costo dei beni fungibili può essere calcolato col metodo della media ponderata o con quelli: «primo entrato, primo uscito» o: «ultimo entrato, primo uscito»; se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell'esercizio, la differenza deve essere indicata, per categoria di beni, nella nota integrativa.

 

Generalmente, l’inclusione o meno dei beni nelle rimanenze di magazzino ad una certa data, è correlato al momento del passaggio della proprietà; da tale momento il bene costituisce parte del patrimonio aziendale secondo il criterio della competenza economica.

Passaggio di proprietà: si rammenta che questo si considera solitamente avvenuto:

- beni mobili: alla data di spedizione o di consegna , secondo le modalità contrattuali dell'acquisto

- beni immobili: alla data della stipulazione del contratto di compravendita

Pertanto, nell’ambito delle rimanenze occorre ricomprendere:

- le rimanenze di proprietà poste negli stabilimenti e magazzini dell’impresa

- le rimanenze di proprietà dell’impresa presso terzi (es: in lavorazione, in visione, in prova, in deposito, ecc. …)

- i beni costituenti rimanenze in viaggio, qualora la clausola relativa al luogo della consegna è franco partenza o franco magazzino venditore.

 

Sul punto, si rammenta che:

- le materie prime sono i beni destinati ad entrare nel processo produttivo dell’impresa

- le materie sussidiarie sono costituite dai materiali usati indirettamente nella produzione;

mentre le materie di consumo sono i beni consumati nel processo produttivo

- i prodotti in corso di lavorazione sono costituiti da materiali, parti, e assiemi in fase di avanzamento

- i semilavorati sono parti finite di acquisto e di produzione; in sostanza rappresentano parti destinate alla fabbricazione del prodotto finito o ad un ulteriore processo intermedio di produzione, aventi una propria identità fisica e contabile (si pensi alla tomaia o alla suola relativamente alla produzione della scarpa);

- i prodotti finiti sono costituiti dai manufatti dall’impresa pronti per la vendita

- le merci sono prodotti acquistati per la vendita;

 

 

COSTO STORICO

- è costituito dal complesso dei costi sostenuti per ottenere la proprietà delle rimanenze di magazzino

- è il costo di acquisto per i prodotti acquisiti per la rivendita e per i materiali diretti e indiretti da destinare successivamente alla trasformazione

- è il prezzo effettivo d'acquisto + gli oneri accessori

- esclude gli oneri finanziari sia dal concetto di prezzo effettivo d'acquisto, sia da quello di oneri accessori

 

COSTO DI FABBRICAZIONE O INDUSTRIALE

- è il costo di acquisto + pure spese industriali di produzione o di trasformazione

- include tutti i costi diretti ed i costi indiretti per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto relativo al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato;

- può tener conto degli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi.

- esclude i costi di distribuzione

 

IVA INDETRAIBILE: secondo la RM 869/80, l’Iva indetraibile relativa all’acquisto di beni e di servizi influenza il valore del magazzino nel caso delle merci.

 

COSTO DI PRODUZIONE

Rientrano, invece, tra gli oneri tipicamente identificabili come componenti del costo di fabbricazione o industriale le seguenti tipologie di costo:

 

COSTI DIRETTI

a) Costo materiali utilizzati, ivi inclusi i trasporti su acquisti (materiale diretto).

b) Costo della mano d'opera diretta, inclusivo degli oneri accessori.

c) Semilavorati.

d) Imballaggi.

e) Costi relativi a licenze di produzione.

 

COSTI INDIRETTI

a) Stipendi, salari e relativi oneri afferenti la mano d'opera indiretta ed il personale tecnico di stabilimento.

b) Ammortamenti economico-tecnici dei cespiti destinati alla produzione.

c) Manutenzioni e riparazioni.

d) Materiali di consumo.

e) Altre spese effettivamente sostenute per la lavorazione di prodotti (gas metano,

 

VALUTAZIONE DEI BENI FUNGIBILI

L’art. 2426, punto 10) apre la possibilità, alle imprese, di valutare il magazzino caratterizzato da beni fungibili con criteri alternativi a quello del costo specifico. Detti criteri sono:

- il costo medio ponderato

- il metodo Lifo (last in first out)

- il metodo Fifo (first in, first out)